giovedì 9 ottobre 2014

il cavaliere della carestia


rielaborazione attuale di questa antica figura biblica, il cavaliere della carestia simboleggia lo spauracchio della scarsezza o assenza di cibo, sia per ragioni di guerra che per speculazione finanziaria, ove una misura di grano per un danaro e tre misure d'orzo per un danaro indicano in gonfiamento dei prezzi di beni primari come i cereali, mentre beni di lusso quali vino e olio non vanno danneggiati. si nota perciò come la carestia non solo dipende dalla distruzione effettiva delle colture  ma anche dalla disponibilità del loro accesso quando controllate da un'elité che ne controlla prezzi e riserve, non più solo secondo la domanda e offerta di mercato, ma anche specificatamente per tenere il popolino in una morsa.
da qui, in questa illustrazione, l'aspetto grasso e vorace del cavallo, i suoi tratti caprini e nefasti; la colorazione verde acqua e la testa a schermo con grafico economico in picchiata del cavaliere in giacca e cravatta, come riferimento alla virtualità delle operazioni finanziare e alla loro pericolosità, voluta o meno, i suoi piedi scalzi rivelanti unghie accuminate. la bilancia recante una montagna di soldi che ciononostante non può controbilanciare una singola spiga di grano, che le minuscole figure del popolino tentano invano di ottenere, mentre rabbia, disperazione, depressione e follia esplodono tra la gente. l'ambiente è quello di una piana desertica, o desertificata, senza possibilità di procurasi cibo da per sè, mentre un muro di nubi incombe in cielo.

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